Scontro al governo sulle intercettazioni. Italia Viva difende il lavoro di Bonafede ma attacca Leu e Movimento 5 Stelle. L’Aula vota la fiducia.
Tensione al governo anche sulle intercettazioni. Il tema che sembrava dovesse essere superato dalla maggioranza senza particolari problemi e momenti di crisi ha rischiato di trasformarsi in una trappola. O comunque in un tema di dibattito, acceso, che ha visto al centro ancora una volta i renziani di Italia Viva.
Intercettazioni, scontro al governo in Commissione Giustizia
I problemi sono iniziati in Commissione Giustizia, dove Michele Gianrusso ha presentato un nuovo emendamento che modifica di fatto quello presentato da Pietro Grasso. La proposta mira ad allargare le maglie per quanto riguarda l’uso delle intercettazioni. L’emendamento risponde a una sentenza delle Cassazione. In sostanza le intercettazioni possano essere utilizzate se rilevanti in un’inchiesta diversa da quelle per la quale sono state disposte. Ma questo solo se il reato nuovo abbia un tetto di pena che a sua volta preveda l’utilizzo delle stesse
Inevitabile a questo punto la bagarre, con Iv contraria all’emendamento Grasso che ha voluto mandare un avvertimento a Leu e Movimento 5 Stelle. Risultato, due rinvii nel corso dei lavori con il Centrodestra che non ha risparmiato critiche al governo.
Italia Viva, “Votiamo lealmente la fiducia al testo proposto da Bonafede e approvato dal Cdm”
E così infiammare il pomeriggio ci ha pensato ancora una volta Italia Viva, che questa volta, a sorpresa, si è schierata dalla parte di Alfonso Bonafede.
“Sul dl intercettazioni Italia Viva voterà lealmente la fiducia al testo proposto da Bonafede e approvato dal Cdm . Qualunque altra modifica potrà passare soltanto attraverso emendamenti condivisi da tutte le forze di maggioranza. Chi votasse emendamenti non condivisi con il resto della coalizione sarebbe responsabile della rottura della maggioranza. Ci auguriamo che prevalgano saggezza e unità”.
Il concetto è stato ribadito nel corso della giornata anche da Faraone, che ha condiviso un post sul proprio profilo Twitter.
A scanso di equivoci. Noi votiamo la fiducia su DL intercettazioni come chiesto dal Governo. Per cambiarlo serve il consenso di tutti. Chi forza a colpi di emendamento spacca la maggioranza. Si fiducia, no provocazioni.
— Davide Faraone (@davidefaraone) February 18, 2020
L’accordo al governo sulle intercettazioni
Incredibile ma vero, al termine di una giornata all’insegna degli scontri e delle tensioni, dei rinvii, degli emendamenti presentati e ritirati e dei sub-emendamenti, la questione si risolve cambiando una parola al vecchio testo.
Prima nella lotta fratricida nella maggioranza la proposta recitava più o meno così: “i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati in procedimenti diversi da quelli nei quali sono stati disposti, salvo che risultino indispensabili per l’accertamento di delitti per i quali è obbligatorio l’arresto in flagranza e dei reati di cui all’art. 266, comma 1”.
La questione è stata risolta aggiungendo “rilevanti e” prima della parola indispensabili.
Senato e Camera votano la fiducia
Il testo ha passato l’esame del Senato con 156 voti a favore. Assente Matteo Renzi, che risulta in congedo. Il 25 febbraio il governo ha incassato la fiducia anche alla Camera.